LA MORTE DI ALDO MORO E L’ INIZIO DELLA FINE DELLE BR

Il 9 maggio 1978 una telefonata al professor Franco Tritto annunciava la morte di Aldo Moro. Una drammatica comunicazione telefonica che rientrava nelle ultime volontà espresse dallo statista italiano prima di essere ucciso dalle Brigate Rosse. Quella mattina, molto presto, il presidente della Democrazia Cristiana fu fatto salire nel portabagagli di una Renault 4 rossa. Secondo il racconto dei brigatisti l’ onorevole fu avvolto da una coperta e vennero esplosi dodici colpi da due armi diverse, una mitraglietta Skorpion calibro 7,65 e una pistola Walther Pkk calibro 9. Nel corso degli anni la responsabilità diretta del delitto furono fatte risalire a tre persone diverse. Tre diverse versioni. La prima che raffigurava lo scenario in cui a sparare fu Prospero Gallinari, poi quella in cui fu Mario Moretti e infine quella che riguardava Germano Maccari. Con certezza si sa davvero poco. Recentemente il RIS ha effettuato rilievi che hanno modificato quella vecchia versione. La nuova versione vede Aldo Moro non accucciato nel bagagliaio, ma seduto sul pianale del bagagliaio e in posizione frontale all’ esecutore. Dopo l’ assassinio alcune ore più tardi la telefonata al professor Tritto da parte del brigatista Valerio Morucci che spiegava dove sarebbe stato ritrovato per consegnarlo alla famiglia. Il luogo scelto fu via Caetani in Roma. Un posto simbolico essendo a metà strada tra le sedi della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista.

Ettore Poggi

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