La ragazza danese: la storia di Lili Elbe

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Nel 1930, all’alba del regime totalitario nazista, un uomo danese di nome Einar Wegener si trovava in Germania alla ricerca della propria identità. Alla soglia dei cinquant’anni, quest’uomo aveva deciso di intraprendere un percorso che avrebbe cambiato e purtroppo posto fine alla propria esistenza: Einar voleva diventare una donna a tutti gli effetti.
Einar era un artista danese che si sposò all’età di ventidue anni con una collega di nome Gerda Gottlieb. I due erano illustratori: Einar si occupava perlopiù di dipingere paesaggi, mentre Gerda lavorava principalmente per alcune riviste di moda. Insieme viaggiarono molto in tutta Europa, e nel 1912 si stabilirono a Parigi.
Entrambi artisti di grande talento, Einar rinunciò però al proprio successo per supportare al meglio la moglie, che grazie all’aiuto e ai consigli del marito ebbe l’opportunità di esporre le proprie opere in diverse e importanti gallerie d’arte.
Fu proprio in questo periodo che Einar cominciò sempre più a manifestare il desiderio di essere donna: con l’appoggio e il sostegno della giovane moglie cominciò quasi per gioco a posare come modella per i dipinti di Gerda nell’intimità della loro casa.
Durante gli anni Venti, Einar partecipò travestito con abiti femminili a molte feste e ad alcune manifestazioni pubbliche. Alle domande dei curiosi, la coppia rispondeva che Lili Elbe – questo era il nome femminile prescelto da Einar quando vestiva i panni del proprio alter ego – era una lontana cugina di Gerda in visita a Parigi.
Solo pochi amici erano effettivamente a conoscenza della transessualità di Einar e del suo percorso di riscoperta di se stesso, e forse la sola Gerda aveva capito fino in fondo il senso di frustrazione e disagio con i quali il marito doveva convivere.
Einar consultò diversi medici che lo obbligarono a invadenti cure anti devianza e lo catalogarono come un paziente affetto da schizofrenia; tuttavia, sulla fine degli anni Venti incontrò un chirurgo tedesco disposto ad aiutarlo.
Proprio per liberarsi del corpo nel quale non si riconosceva, Einar si recò in Germania e si sottopose a cinque pericolosi interventi chirurgici per il cambio definitivo del sesso, l’ultimo dei quali gli si rivelò fatale.
Riconosciuta come la prima donna transessuale della storia sottoposta a interventi di conversione sessuale, la storia di Lili colpisce ancora oggi per l’attualità dei temi che racconta; nel XXI secolo facciamo ancora fatica a parlare di queste tematiche, spesso considerate tabù e vergognose. Di questi argomenti, invece, farebbe bene parlare: non ci dovrebbe essere nulla, infatti, di più sacro e naturale del perseguimento della propria identità e felicità.

Maria

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