RFK, Robert Francis Kennedy

Robert F. Kennedy

Il 20 novembre 1925 nacque a Brookline, Massachussets, Robert Francis Kennedy. Figlio di Joseph Patrick Kennedy e Rose Fitzgerald, fratello di John e Ted. Laureatosi in legge nel 1948. Sposato a Ethel Skakel dal 1950 e padre di undici figli. Iniziò a lavorare come avvocato e poi si dedicò definitivamente alla carriera politica. Nel 1952 venne nominato dal senatore McCarthy consulente nella Commissione per le investigazioni. Uscì e poi rientrò dall’incarico, ottenendo un ruolo di primo piano. Nel frattempo era già membro del partito democratico come i fratelli John e Ted. Era conosciuto come il più duro dei Kennedy dai modi molto decisi e da una certa inflessibilità. Tratti caratteriali che lo portarono a scontrarsi con Jimmy Hoffa, il capo del sindacato dei camionisti. Il quale non perse occasione di detestarlo pubblicamente, tradendo anche qualche legame torbido con la criminalità. Quando il padre designò il fratello John come il Kennedy da piazzare alla Casa Bianca, Robert dovette essere il gregario del capitano. La regia della campagna elettorale di John Kennedy nel 1960 era nelle mani di Robert. Nell’ombra riuscì a imporre la candidatura del fratello con fermezza e decisione. Dopo la vittoria gli fu affidato il ministero della giustizia. La successiva morte violenta di John lo gettò nello sconforto. Egli era il principe ereditario per la sua famiglia, parte del partito e quindi degli Usa. Johnson era “l’usurpatore”, ma il presidente texano aveva alleati tutti gli avversari di JFK che Robert aveva trasformato in nemici. E fu li che avvenne il cambiamento. Robert Kennedy viaggiò molto in Europa e negli Stati Uniti. Nella convention del 1964 dove venne ufficializzata la candidatura di Lyndon Johnson quando arrivò il momento del suo intervento ricevette un’ovazione incredibile che non venne nemmeno riservata a Johnson. Tuttavia prese la strada di candidarsi per il senato. Continuò la sua trasformazione da fantasma del fratello a Robert Kennedy. Si spinse nell’America più povera, capì prima di altri lo sbaglio della guerra del Vietnam. Formulò un programma in cui non bisognasse essere contro qualcuno ma a favore di un’ America diversa in cui l’uguaglianza regnasse. Divenne l’ ultima speranza dei neri dopo che fu ucciso martin Luther King. Nel frattempo era diventato anche il capo del clan dei Kennedy. Il padre riponeva molte speranze in lui. Iniziò la primavera del 1968 e Johnson macchiato dalla guerra in Vietnam annunciò che non si sarebbe più candidato alla Presidenza. Robert uscì allo scoperto e si presentò con la sua fiaccola per la guida di un paese ferito, desideroso di risvegliare il sogno americano. Per settimane la sua ascesa sembrò inarrestabile, poi la notte tra il 4 e il 5 giugno 1968 un arabo di nome Siran Siran gli sparò dopo un comizio all’hotel Ambassador di Los Angeles. Prima di perdere conoscenza chiese alla moglie “gli altri stanno bene?”. La frase conclusiva che riassume la personalità di Robert Kennedy è di George Bernard Shaw;

Alcuni uomini vedono le cose così come sono e dicono: “Perché?” Io sogno le cose come non sono mai state e dico: “Perché no?”.

Ettore Poggi

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